12. Oktober 2020

{Aglan-}


Cinque anni dall'ultimo post su questa stazione di smistamento.
Nel frattempo Yassien e io ci siamo sposati anteponendo il suo cognome da parte di padre al mio, con tanto di trattino breve di liaison.

Crepi l'avarizia. Il vecchio blog wordpress che funge da portfolio della mia attività lavorativa è ora uno smagliante .com senza pubblicità, invariato nel contenuto: info sui libri tradotti (ormai una settantina), cv vari, zip con tutte le recensioni pubblicate in rete dal 2004 in qua.

Sempre parlando di libri tradotti, l'algoritmo di anobii consente un efficace colpo d'occhio con l'elenco pressoché completo della mia produzione. Chissà cosa succede quando inizieranno a uscire le traduzioni firmate col cognome da marito.

Odin è morto. Tra gli istanti grezzi, i tagli profondi e i carotaggi che compongono bassa risoluzione c'è anche un montaggio dedicato a colui che mi ha regalato i quattordici anni più belli della mia vita.

Le foto di luoghi europei su flickr si fermano all'ottobre 2019 e, di fatto, al nostro viaggio nel Caucaso dell'anno scorso, quando attraversammo il Nagorno Karabakh di notte in treno e c'innamorammo dell'Armenia.

L'immagine che accompagna il post unisce Kati Outinen nel finale di Kauas pilvet karkaavat (1996) a Markku Peltola in Mies vailla menneisyyttä (2002). Kati è davanti al Ristorante Lavoro - una scena che mi fa sempre zigare - mentre Markku siede sotto al ritratto di Matti Pellonpää, istituzionale e messianico come quello dell'ex primo ministro Urho Kekkonen della Lega Agraria che compare ad esempio in Ariel (1988). Negli ultimi mesi mi sono (ri)visto tutti i film di Aki, maturando una discreta ossessione per Pellonpää-Nikander.

E se tutto va bene ripartiranno le Orecchie trovate sui prati. Trzymamy kciuki. ياريت